Come si chiama il LIFEGUARD IN ITALIA?
- Davide Gaeta
- 1 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 30 mar
Mi capita di ricevere critiche sul fatto che nel materiale che pubblico abuso di inglesismi e termini esterofili. Tuttavia resto del parere che alcuni concetti o tecnicismi abbiano un senso nella lingua originale e perdano valore traducendoli in italiano, oltre a tener conto della necessità di conoscere il termine in inglese per poter interfacciarsi con le realtà estere.
Ma la domanda più frequente è "perché dici sempre "lifeguard" e non usi l'italiano?"

In Italia il termine storico per questa figura è "bagnino", tant'è vero che qualsiasi traduttore porta direttamente questa correlazione.
La parola ha una storia molto antica e risale all'origine di questa figura, prima ancora che esistessero corsi e brevetti, quando iniziava a svilupparsi sulle nostre coste la cultura della balneazione e il conseguente problema dell'annegamento.

Fa parte della tradizione italiana, e per non confonderlo col classico spiaggino, sarebbe bene specificare "bagnino di salvataggio".
Pur rispettandone la storicità, credo che questo termine oggi nella collettività sia rimasto correlato a quell'idea tradizionale del "lavoratore di spiaggia", e non trasmetta la giusta fisionomia tecnica che andrebbe associata ad una figura professionale del soccorso.
Allora subentra la Federazione con "assistente bagnanti", una terminologia che a mio parere è anche peggiore, e che è diventata oltretutto quella ufficiale.
Tutta la documentazione, a partire dalla normativa, ai contratti collettivi di lavoro o alle ordinanze delle Capitanerie di Porto, utilizza questa dicitura.
Eppure questo termine mi da l'idea di un tizio che accompagna i vecchietti a fare il bagno e non di un soccorritore acquatico, che vi devo dire..

Quelli con i capelli brizzolati, soprattutto sulla costa est, dicono semplicemente "salvataggio". Ma nella nostra lingua per salvataggio si intende l'azione, non l'operatore. Per la cronaca si tratta degli stessi soggetti che l'azione la chiamano "soccorso", quando sarebbe più consono dire "intervento".
E poi c'è la vera oldschool (restando sulla linea degli inglesismi), e mi riferisco ai più anziani, quelli che usano la dicitura "marinaio di salvataggio". Questa cosa è reduce del fatto che purtroppo è forte la convinzione che questa figura sia legata al mondo della nautica, quando per competenze e contesto dovrebbe essere molto più legata al movimento surfistico.
Anche per quanto riguarda gli istruttori in Italia vengono usati dalle varie realtà dei titoli che sembrano più una sorta di riconoscimenti onorari che altro ("istruttore nelle arti marinaresche", "maestro di salvamento"), quali distano anni luce dall'idea del trainer che si occupa della formazione nelle società di lifeguard anglosassoni.
Negli ultimi anni si è arrivati alla nuova dicitura ufficiale di stampo palesemente sportivo, ossia "allenatore di nuoto per salvamento", che per quanto sia più appropriata a mio parere esalta prettamente il lato agonistico del settore, il lifesaving, e non il soccorso tecnico.
Tralascio l'ambito delle piscine, dove penso che tale figura sia più legata a quella di un responsabile della sicurezza che a quella specifica di un soccorritore acquatico.
Se i cugini neolatini hanno adottato il termine "guarda-vida", io resto del parere che nella lingua italiana il vocabolo etimologicamente più idoneo presente nel nostro dizionario sia "guardaspiaggia", anche se si tratta di una parola probabilmente poco utilizzata. Mentre chi addestra questa figura lo si potrebbe chiamare semplicemente "istruttore"!
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